Stampa 3D, disabilità, Svizzera
Subito dopo ferragosto mi arriva una telefonata dalla Svizzera:
– Salve, sono Francoise Hefti della Fondazione Diamante, voi fate Stampa 3D? Noi siamo una impresa sociale che si occupa di inserimento lavorativo di persone con handicap e abbiamo diversi laboratori; abbiamo appena comprato una stampante 3D e ci piacerebbe utilizzarla ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia informazioni in più su cosa fare. Ho visto il vostro sito e ho visto che avete molti campi di applicazione; potreste farci visitare la vostra azienda?
Dalla Svizzera? Ma non esistono aziende di servizi per la Stampa 3D in Svizzera? Non poniamoci domande e cerchiamo di accogliere i nostri ospiti nel migliore dei modi: Enrico e Andrea allestiscono la sala corsi, dove a breve partirà un corso di Stampa 3D aperto a curiosi e appassionati di questa nuova tecnologia (per info mandare una mail a questo indirizzo).

Ci hanno portato in dono una marmellata di more e una grappa all’ortica fatte nei loro laboratori di ristorazione e orticultura, oltre a questo primo esperimento di modellazione e stampa in 3D di un gatto-chiudi-pacchetto.
In cambio noi gli abbiamo dato un assaggio del nostro corso sulla stampa 3D mostrando le principali possibilità e vantaggi che si possono ottenere utilizzando le tecnologie additive e i suoi svariati campi di applicazione. Gli ospiti si passavano il nostro campionario di oggetti stampati in sls, dmls, Sla, fdm, dm e a getto di resina meravigliati: cercando di indovinare la tecnologia utlizzata, immaginando un utilizzo a loro vicino…
Vista la vocazione sociale della fondazione Diamante mi sono soffermata su un aspetto della stampa 3D forse non abbastanza conosciuto: la produzione di utensili per persone con disabilità.
Uno dei vantaggi della tecnologia additiva è la personalizzazione spinta, fino all’unico esemplare; una delle caratteristiche delle disabilità o delle malattie invalidanti è il fatto di essere spesso uniche.

-Ma dove si trovano questi oggetti?
Qualcosa si trova su Thinginverse, su pinshape o su myminifactory ma la realtà è che se si vuole creare qualcosa su misura bisogna progettarlo. Per questo noi vediamo nella progettazione la vera chiave di volta della produzione additiva.

Si può riassumere in 3 parole: problemi specifici, progettisti illuminati e Stampa 3D.
Avere una stampante non basta, bisogna progettare, ripeto ai miei ospiti. Noi usiamo Fusion 360 della Autodesk di cui siamo rivenditori e di cui a breve faremo un corso (per avere informazioni cliccate qui).
Il pomeriggio è volato e i nostri ospiti ci abbracciano e ci salutano calorosamente: – Grazie. Grazie di tutto.
-Quando vieni poi ti faccio vedere quello che faccio io. Mi dice un ospite sorridendomi.
–Ma vieni vero?
Astrati ha un appuntamento a Lugano nel prossimo futuro.
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