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Astrati in trasferta a Inside 3d printing. Parte 1


Martedì 24. Partiamo da Bergamo, via ryain air, per raggiungere Düsseldorf dove si tiene Inside 3d printing, evento internazionale sulla stampa 3d. Siamo Io, Enrico ed Andrea.

Atterriamo a Weeze e prendiamo un pulman. Arriviamo alle due del pomeriggio e ci rifugiamo in un ristorante Turco per sfamarci a simit e börek. Attorno a noi solo turchi e io mi bullo facendo l’ordinazione nel mio turco basico.

Prendiamo il tram verso la casa affittata su Airb&b da tale Franz che ci ha mandato via mail una sorta di caccia al tesoro per recuperare le chiavi. La casa è minuscola:  l’ingresso arredato con armadio, appendiabiti e mobiletto con micro-onde; l’acqua corrente è solo in bagno. Una grande finestra affacciata sul un giardino rende il tutto meno claustrofobico, la casa è calda e c’è internet.

La mattina dopo arriviamo a Messe, la zona fiera di Düsseldorf. Accoglienza con caffè, frutta e brezel.

Sala M: undici faretti  illuminano il pulpito bianco su cui vi è scritto a lettere cubitali 3D Printing. Le prime 4 file sono comodamente sistemate su lunghi tavoli bianchi. Dietro tutti gli altri. Dallo schermo informano dove saranno le altre esposizioni: Singapore, San Paolo, Sidney, New York. Due signori, entrambi vestiti di blu si alternano nella presentazione, uno è il Dr. Eric Klemp (cravatta viola) della DMRC Paderborn University,  l’altro è mister Jeff DeGrange (cravatta azzurra) di Impossible Object.


Parte un video: Did you kow? e la sala si riempie di musica battente. Did you kow? Le informazioni a nostra disposizione raddoppiano ogni anno e dobbiamo formare i nostri figli per lavori che non conosciamo ancora. Did you kow? è uscita la nuova tecnologia che abbatte i tempi di produzione degli oggetti creati in 3D: clip, Continous Liquid Interface Production, che riesce a creare un oggetto in pochi minuti, ovvero con dei tempi di produzione da 25 fino a 100 volte più veloce e con delle performance migliori in termini meccanici di quelle per ora utilizzate dalle altre tecnologie che stampano in 3d.

La creazione di nuove stampanti 3d multiasse può ampliare ulteriormente la possibilità di produrre additivo e portare a compimento la Rivoluzione industriale 4.0.

Partono altri video, in uno una sottospecie di renna prodotta da Boston Dynamics cammina in un ufficio, in un parcheggio, in un bosco, i suoi movimenti sono spettacolari e inquietanti e tutto questo è possibile anche grazie alla tecnologia additiva che permette di stampare i componenti più leggeri e anche con i circuiti già integrati.


Il secondo video mi fa vedere come vengono costruite le basi

lunari, ovvero con una stampante che ricorda il pulitore ossessivo di Wall-e e che costruisce una struttura a nido d’ape in cemento attorno alla casetta auto-gonfiante, in modo da proteggerla dai meteoriti e dalle eccessive radiazioni date dall’assenza di atmosfera.

A un certo punto 7 persone si accovacciano ai piedi del relatore (Dottor Eric Klemp in cravatta viola su camicia a righe viola): hanno tutte una macchina fotografica in mano. Noi non lo vediamo più ma lui viene abbagliato dai flesh. Presentazione dei vincitori del “International Additive Manufacturing Award” IAMA: GMHB, DMG MORI e Concept laser. Ai prossimi post il perché della loro premiazione.

Intanto primo momento di panico: Enrico non trova più i biglietti. Dopo aver preso i pass, dava per scontato che non servissero più. Corre al guardaroba. Trovati! Anzi ne trova uno in più… Ci premiamo con un bel caffè alla tedesca.

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