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Bimu- stampare il metallo- i software


Come avevo promesso nell’ultimo post vi finisco di raccontare la conferenza organizzata da

Aita, associazione italiana tecnologie additive il 6 ottobre a Milano durante il B.I.M.U., fiera internazionale della macchina utensile. Nella seconda e ultima parte della conferenza si è parlato di software.

La prima cosa che mi salta all’occhio è che non c’è Autodesk.

La mia è una deformazione professionale visto che rivendiamo Autodesk e che questa software house, conosciuta nel mondo come madre di AutoCAD, sta investendo molto nel concetto di Internet of things e nell’uso, diffusione e integrazione di  stampanti 3D e programmi di modellazione, come Fusion 360, Recap, per dirne due.

Ma bisogna anche dire che il programma di alta alta fascia, Within, non è ancora in vendita nel mercato europeo.

Torniamo nell’aula sagittario di quel 6 ottobre a Milano. L’ingegner Anacondia dell’Aita è un padrone di casa sorridente e premuroso, presenta i suoi ospiti segnando il tempo così da poter dare un giusto spazio a tutti.

La sala mi sembra piena, il pubblico è composto quasi integralmente da maschi bianchi con istruzione superiore. 


L’ingegner Bergamaschi della

Siemens enuncia quale è l’attuale obiettivo delle tecnologie additive: la produzione di componenti reali e non prototipi. L’obiettivo è quello di integrare in maniera sempre più stretta i software con le macchine e di renderli sempre più dedicati alla produzione additiva. E non a caso uso il termine produzione. Parliamo quindi di design (cad), analisi (cae), manifattura (sia cam che hm, manifattura ibrida) e successivamente di pianificazione (plm) e di process management (mpm). Inoltre stanno creando dei partner di programma per la verifica e la simulazione di tutte la parti di processo, attualmente il partner di Siemens è MG Mori.

Il secondo intervento è di Giulio Turinetti di Altair.

Loro hanno realizzato uno dei software top di gamma per l’ottimizzazione topologica.

Attraverso vari tipi di programmi come OptiStruct si possono progettare forme imprevedibili e decidere se rispondono ai requisiti che le rendono for additive, ovvero P.A.O.L.A. (Piccole serie, Accorciare i tempi di produzione, parti Obsolete, Lavorazioni spinte, Assemblaggio).

Si tende a pensare alla Stampa 3D come avulsa dalle restanti metodologie di produzione, mentre è proprio nella relazione, nel mix, nell’ibrido che si hanno

i risultati migliori. Oppure no e a volte la fusione o la fresa rimangono la soluzione migliore. Inspire è invece un programma che da “ispirazione” per la creazione di forme ottimizzate. Nurbify Technology è in grado di convertire una mesh poligonale (realizzata ad esempio con Inspire) in una superficie organica solida.

L’ultimo intervento è stato dell’Inail, in quanto tutta la legislazione è ancora da inventare ma siccome è un mercato in crescita, i vari enti iniziano a muoversi e questo è sicuramente un bene.

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