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Industria 4.0 e la realtà in cui viviamo.


Estate: le alte finestre della Torre Maruffo, torre medievale che ospita

Astrati, sono aperte. Dal vicolo rumoreggia l’umanità varia dei vicoli genovesi: la ragazza tatuata rincorre Origano, il cagnolino bianco; vecchietti nostalgici dei bei tempi in cui c’era lui; lingue che si mescolano tra dialetti italici, spagnolo, francese, senegalese e inglese: turisti e abitanti di questa città di mare.

Qua in ufficio stiamo organizzando la presentazione della Markforged, la prima stampante 3D che estrude la fibra continua di carbonio, kevlar e vetro (ne ho parlato qui). Parlando di stampanti 3D rivolte alle aziende quest’anno non si può non parlare degli incentivi INDUSTRIA 4.0 ed eccomi qui a farmi una cultura attraverso il materiale gentilmente mandatomi dall’Ing. Anacondia di AITA, associazione italiana tecnologie additive.

Industria 4.0, non si può non parlarne e in realtà in ambito industriale non si fa che parlarne, alcune volte a sproposito, ma il resto del paese mi sembra che ne sia all’oscuro. Ma, anche se non si lavora in un’azienda, è un argomento che, secondo me, è interessante per capire la realtà in cui viviamo.

Leggendo la circolare ministeriale risuonano alcune parole:

“interconnessione; virtualizzazione; decentralizzazione; interazione da remoto…”

Ovvero lo stato vuole dare una spinta alle aziende e in special modo alla PMI ad entrare nella famosa quarta rivoluzione industriale.

Nella circolare c’è un passaggio secondo me molto esplicativo:


“L’innovazione 4.0 non sta nell’introdurre un macchinario all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, ma nel sapere combinare diverse tecnologie e in tal modo integrare il sistema di fabbrica e le filiere produttive in modo da renderle un sistema connesso in cui macchine, persone e sistemi informativi collaborano fra loro per realizzare prodotti più intelligenti, servizi più intelligenti e ambienti di lavoro più intelligenti.”

Ovvero parliamo di Internet of things and machines, robotica e Big Data.

Gli incentivi sono rivolti alle aziende che possiedono a bilancio un sufficiente utile soggetto ad imposta sia per l’acquisto di beni nuovi che in leasing ed è cumulabile con altre misure fiscali e si dividono in iper-ammortamento al 250% e super-ammortamento al 140%.

Ma questi sono tecnicismi che si possono trovare in sedi più idonee vorrei invece esporre i 5 criteri che devono avere i beni acquistati per poter aver accesso agli incentivi perché questi parlano del lavoro, del tipo di lavoro e degli ambienti di lavoro del prossimo futuro in Italia:

I beni acquistati devono soddisfare 5 criteri:

  1. essere macchine a controllo per mezzo di CNC o PLC (computer numerical control o programmable logic controller)

  2. Fornire l’interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni.

  3. Integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica e con le altre macchine del ciclo produttivo.

  4. Interfaccia uomo macchina semplice e intuitivo.

  5. Rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute ed igiene del lavoro.

E almeno altri 2 tra:

  1. Sistemi di telemanutenzione e/o teledignosi e/o controllo da remoto.

  2. Monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni sensori.

  3. Sistema cyberfisico, ovvero integrazione tra macchina fisica e impianto con simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo.

Che tipo di realtà viene raccontata? Come verrà interpretata?

Viviamo in un periodo storico ricco di cambiamenti e tensioni e la trasformazione del lavoro, inevitabile e affascinante, farà parte di questo domani che viene scritto oggi.

piano nazionale industria 4.0

“Con la trasformazione in chiave 4.0 è invece possibile gestire vere e proprie reti che incorporano, integrano e mettono in comunicazione macchinari, impianti e strutture produttive, sistemi di logistica e magazzinaggio, canali di distribuzione. Attraverso la trasformazione digitale – e con il ricorso a sistemi di produzione cyber-fisici – i siti produttivi sono in grado di reagire più rapidamente, quasi in tempo reale, alle variazione della domanda, delle specifiche di prodotto, dei flussi di approvvigionamento delle materie prime ottimizzando i processi di trasformazione, riducendo gli errori e i difetti, migliorando il time to market e assicurando flessibilità, velocità e precisione.”

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