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“Tornare al fare per rilanciare l’economia del pianeta.”

 Astrati partecipa al convegno: stampa 3D e tecnologie additive per l’industria dei materiali compositi promosso da SEATEC

Carrara fiere, business in the Move.

Marinella Levi, professoressa di ingegneria dei materiali del Politecnico di Milano, prende la parola per salutare i partecipanti e avvisare gli speakers che dopo un tot di minuti farà suonare un campanello: o finiscono la presentazione o non si potranno fare domande. Spicca la professoressa con la sua chioma rossa fuoco tra gli uomini incravattati e, anche senza microfono, la sua voce risuona nella grande sala piena di gente.

Le tre bandiere: italiana, europea e di Carrara svettano vicino ad Enrico Annacondia, Launch Manager dell’Aita- Associazione Italiana Tecnologie Additive,nostro faro nel mondo additive.


L’Aita è un’associazione culturale che vuole creare massa critica sul tema “stampa 3D”, perché è un tema vasto e vi sono molte differenze di approccio produttivo e di progettazione. Associarsi all’Aita permette di avere accesso al materiale che l’associazione mette a disposizione. Enrico (il nostro Enrico) è diventato socio nell’inizio del 2015, praticamente quando è nata, e da allora ci siamo fatti guidare attraverso convegni, libri, siti, articoli accademici; possiamo garantire che il livello dei temi proposti è di altissima qualità e, a parere nostro, è un partner importante per chi si occupa di stampa 3D a livello industriale e professionale.

  1. Il secondo intervento è di Energy group, rivenditori Stratasys.

Antonello Delfino elenca le principali applicazioni della stampa 3D a livello manufacturing:

“Le attrezzature di produzione sono la cenerentola nel marketing delle applicazioni ma, chi si mette una macchina in casa, è in questo che trova la sua maggiore applicazione: “Magari con 50/ 70 euro ti risolvi un problema di produzione e diventi concorrenziale rispetto ad altri” .

Le applicazioni possono essere:

  1. Stampi per basse temperature;

  2. Master per stampi in carbonio;

  3. Dime di foratura e rifinitura;

  4. Dime per allineare i pezzi;

  5. Creazione di profili chiusi o aperti da tenere leggeri, da irrobustire a posteriori, o con fori e passaggi far passare cavi o altro.


Completa il discorso Davide Ferulli, Channel Manager Southern Europe di Stratasys, parlando di mandrini solubili per la creazione di parti in carbonio. Cito solo la fine del suo discorso: “Benefici di costi e tempi: fino a 95% in meno. Si può creare un mono pezzo, se serve, e può integrare altri materiali. Ottima finitura su entrambi i lati.” Quando la stampa 3D è la soluzione…

Siamo a una fiera nautica e la grande crisi che ha toccato tutto il settore negli scorsi anni fa capolino dal continuo riferimento che fanno i relatori all’utilizzo delle nuove tecnologie per essere competitivi.


Altro campo di interesse della conferenza (e nostro) sono i software, ne parlano sia

Msc software che Exemplar: “La potenza di calcolo e di analisi con degli algoritmi di progettazione ha espanso la libertà del design e le tecnologie di stampa permettono di non parlare più solo di prototipazione ma di un utilizzo industriale delle tecnologie additive”. Chi parla è Valerio Giorgis di Exemplar: “Ma gli strumenti cad che abbiamo non sono stati pensati per l’additive”, continua. “Le strutture lattice non sono nuove, venivano già utilizzate per far volare gli aerei della prima guerra mondiale. La nostra, come la loro, è una continua ricerca tra rigidezza e volume per trovare la struttura giusta.”

  1. Compositi a fibra corta e continua. Marinella Lievi (Politecnico di Milano)

La signora del campanello cambia ruolo e diventa relatrice: professoressa di ingegneria chimica al Politecnico è responsabile del “+LAB”, laboratorio di ricerca dei materiali per le tecnologie additive.


“Grazie a un inciampo di un finanziamento abbiamo iniziato a lavorare con macchine aperte. Le nostre macchine sono quindi inferiori rispetto a quelle industriali ma sono open in tutti i sensi e questo ci ha permesso di studiare e sperimentare maggiormente”.

Fanno esperimenti con filamenti con rinforzi naturali, grafene, rinforzi a fibra lunga  e hanno messo appunto una stampante Fdm con resine termoindurenti, funzionanti con estrusori autoprodotti e al cui interno fanno passare particelle o fibre (carbonio, kevlar, vetro ecc..), anche conduttive, coi quali riescono a costruire dei foto e termo reticolati.

“Le macchine a layer paralleli sono limitanti. Bisogna produrre macchine con più di tre assi.”, sostiene. “Per ora le tecnologie additive hanno questo grande merito, che si stanno sviluppando in un clima di Cooperazione e coompetizione. “ Continua la Prof, che ormai è diventata la mia eroina della stampa 3D, “Dobbiamo capire l’importanza che tutto questo ha per le nuove generazioni. Bisogna tornare al fare per rilanciare l’economia del pianeta.

E vedremo tra un paio d’anni chi ha avuto ragione.”

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