Premessa
Enrico arriva in ufficio con una valigetta bianca di cartone, la apre con molta cautela, gommapiuma nera ondulata, plastica trasparente, manuali di istruzioni, fili di collegamento e di alimentazione, gommini di rilevamento e un “coso” bianco e nero a tre occhi che sembra una maniglia o una grossa spara-punti. Enrico collega i fili al computer più potente dell’ufficio e i tre occhi si illuminano di una luce bianca e viola.
Cosa scansioniamo?
La scansione 3d è il processo che permette di catturare la forma della superficie di un oggetto nello spazio tridimensionale e visualizzarlo in 3d. Grazie a questo processo e’ possibile ottenere non solo le misure esatte dell’oggetto reale ma anche la digitalizzazione di tutte le sue parti.
Corro nella ghiacciaia (ovvero la sala riunioni) e cerco oggetti di media grandezza: Una testa in gesso di ragazzo, una statuina di una contadinella in ferro, una grossa stella marina, una pigna, una balaustra in legno mangiata dai tarli, il mio monopattino, un bicchiere di plastica bianca accartocciato.
La testa in gesso (nostro primo modello per il precedente scanner) viene magnificamente e velocissimamente, appena la luce bianca accarezza la sua superficie marroncina sullo schermo del computer compare la sua immagine tridimensionale. A lato della testa, sullo schermo ci sono i vari indici di precisione, distanza dello scanner dalla testa, ecc…
La scansione è venuta benissimo ma la testa del ragazzo è sempre brutta, sia dal vero che in 3D!
La statua in ferro della contadinella e il mio monopattino vengono scartati: sono neri e riflettenti.
Si possono fare ma dobbiamo trattare le superfici.
Cioè?
Niente di terribile, solo un po’ di spray fatto apposta per opacizzarli.
Sul mio monopattino?
Sulla mia statuina?
Chi fa l’ultima domanda è Silvia, l’architetta che lavora nella stanza affianco alla nostra, la statuina è sua.
Guardate che poi si toglie lo spray, ma tanto adesso non li facciamo, cerchiamo cose più semplici.
La pigna? La stella marina?
Facciamo la balaustra tarlata!
Storia
Il primo processo assimilabile alla scansione è la fotoscultura. Essa fu inventata da Francois Villème nel 1860, quando utilizzò la proiezione in uno schermo di 24 lastre fotografiche (usando il metodo della lanterna magica) e un pezzo di creta venne grossolanamente modellato attraverso un pantografo. Tale metodo fu abbandonato nel 1867 a causa degli elevati costi.
Bisogna arrivare al 1968 perché uscisse sul mercato il primo scanner che utilizzava proiettori e telecamere.
Nel 1985 viene introdotta la tecnologia laser combinata alla luce bianca.
Ma il vero motivo per cui la scansione si è sviluppata è l’evolversi dei software: la potenza di calcolo è riuscita ad unire scansioni composte da milioni di punti, senza duplicati o dati in eccesso in poco tempo.
All’inizio degli anni 2000 la scansione è diventata un mezzo sempre più potente e preciso.
Siamo ancora distanti dall’immagine futuribile del replicatore, la componente umana di controllo e di correzione degli errori è ancora presente, soprattutto se si vuole fare una ricostruzione delle geometrie per creare delle modifiche.
Per parlare di questo ma soprattutto per vedere dal vivo uno scanner 3D e toccarne con mano le sue potenzialità
vi invitiamo nel nostro ufficio in via di Canneto il Lungo 23/1 a Genova: Venerdì 27 gennaio 2017 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 avrà luogo un nuovo appuntamento additivo
per farvi conoscere la scansione tridimensionale, cosa è e a cosa serve.
Ingresso gratuito previa prenotazione: info@astrati.eu
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1849832695232752/
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