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Immagine del redattoreArianna Musso

GizMark- Marc di primavera 2016- Parte seconda.

Il Marc di primavera di quest’anno è stato, non solo la grande fiera dell’elettronica che segna uno degli appuntamenti della nostra città, ma anche GizMark.

Al centro della fiera vi era un luogo per coloro che si occupano di tecnologia a Genova, un luogo di divulgazione e di scambio dove si sono susseguiti molti interventi di buon livello. Manca nel programma il ricercatore-ingegnere Fabrizio Barberis che ha fatto un interessantissimo excursus sulla tecnologia additiva nel campo biomedico in quanto è stato aggiunto all’ultimo momento.

Programma GizMark 2016

Il ricercatore-ingegnere Fabrizio Barberis ci ha fatto vedere l’evoluzione delle nuove protesi stampate in tecnologia additiva e gli ultimi esperimenti sui tessuti. Ha concluso il suo intervento parlando di bioetica e di come questa sarà uno degli argomenti caldi che presto ci troveremo ad affrontare. Intanto ho strappato un invito per andare a vedere le vene stampate nel suo laboratorio…

Il bello del Marc è che è un grande ritrovo di “smanettoni” di tutte le età e gradi, dai radioamatori agli appassionati di fotografia, giradischi o computer.

Noi, grazie a Technimold e a Selletek, abbiamo portato una vetrina degna di molte fiere internazionali di tecnologia additiva. Avevamo esposte ben 8 tecnologie differenti più un esempio di scansione per il reverse-engineering.

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ci ha fornito la tecnologia Stratasys e i suoi pezzi più eclatanti erano:

  1. Un pezzo in metallo creato per fusione al cui fianco vi era un gemello stampato ricavato da scansione laser.

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  1. Un pezzo di ala di aereo costruita in Ultem (materiale tecnico con prestazioni similari all’alluminio stampabile in tecnica FDM) al cui interno si intravedeva una struttura a nido d’ape.

  2. Un orologio a manovella nelle due versioni, con i supporti (un pezzo solidale senza parti vuote) e senza supporti (là dove il supporto solubile è stato sciolto sono stati creati i vuoti per permettere il funzionamento del meccanismo).

  3. Un esempio di stampo solubile per produrre core per il carbonio e molti altri.


     ci ha fornito la tecnologia 3DSystem e 3DP.

La 3DP è una macchina FDM che produce oggetti grandi fino a un metro e mezzo per un metro e mezzo! La 3D System non ha bisogno di grandi presentazioni in quanto è, assieme a Stratasys, la protagonista della stampa 3D.

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I pezzi più belli che avevamo erano oggetti stampati in tecnologia Objet, ovvero gesso misto collante e colore.

Per la tecnologia Multijet Selltek ci ha dato da esporre dei filtri che dimostravano  l’alta precisione alla quale si può arrivare, tra cui quelli della Lavazza, e una grossa leva di un freno, oltre a tappi, bracciali e anelli.

Nel nostro stand era presente, inoltre, uno schermo sul quale mostravamo l’utilizzo dei software, Fusion 360 e Inventor, di Autodesk, per la progettazione additiva.

I miei interventi sul palco erano incentrati, il primo, sul mostrare le diverse tecnologie e come queste non si soppiantino a vicenda ma invece si moltiplicano trovando nuovi campi di applicazione; il secondo sui vantaggi di una progettazione appositamente pensata per la stampa attraverso l’ottimizzazione topologica.

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Come è stato accolta la tecnologia additiva? I più erano curiosi, interessati e strabiliati nel vedere la precisione e la varietà data dalle diverse tecnologie. Nessuno aveva mai visto i metalli. I più acculturati sulla stampa 3D erano i più meravigliati: gente che aveva una stampante consumer o in ufficio o a casa che per la prima volta capiva perché non riusciva ad ottenere quello che desiderava. Spesso solamente perché provavano ad ottenere con una FDM ciò che si può ottenere solo con una SLA o una polyjet. La più grande tristezza invece me l’ha data un signore che, invitandolo a vedere lo stand mi ha risposto: – No, io vado solo ai FAB LAB. – Come se ci fosse un conflitto tra i FAB LAB e il resto del mondo.

Un ragazzino di tredici anni si è avvicinato allo schermo dove mostravamo i modelli costruiti in Fusion. – Io uso Skech up, ma non vengono bene. Questo cosa è?- Enrico gli spiega, lui ringrazia, dopo un’oretta torna con un amico a fargli vedere. Enrico li guarda con soddisfazione.

Ora bisogna preparare l’edizione di Dicembre e sarebbe bello creare una sinergia tra le università, che erano presenti e propositive, con i licei e gli istituti superiori, oltre che con le aziende e il tessuto produttivo della nostra città. Perché la tecnologia è una parte importante della cultura della nostra città.

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